TEATRINO
CLANDESTINO
L'IDEALISTA
MAGICO
Esiste una creatività essenzialmente intuitiva -
ovvero che poggia la creazione
sull'apice intuitivo e non sull'intellettualizzazione delle idee e sulla loro
materializzazione in forme coerenti e teorizzate.
L'intuizione è una forma pre-cosciente
fondamentale alla formazione dell'io -
tuttavia non la si può definire una forza occulta. E' una forza che alimenta
ciò da cui viene alimentata - la si potrebbe definire una radice di una radice
e viceversa.
Se è vero che una cosa solo per averla pensata
esiste - sul piano dell'idealmente - è per me vero che la scarna intuizione è
la chiave di proiezione dell'ideale nel materiale.
Necessita una specificazione:
Vi è l'ideale che conduce all'ideo-logico (cioè
alla forma politica) che tenta una trasposizione dell'ideale non solo sul piano
materiale bensì anche nel reale - a tentativo di cambiare una realtà
presistente in una data direzione programmatica; e c'è l'ideale che conduce al
teatrale - che tenta invece solo una manifestazione materiale rimanendo immune
da una volontà di realtà e di oggettivazione potendosi così produrre
completamente; per questo l'arte è sempre perfettamente riuscita sul piano
dell'idealmente e per questo resta inspiegabile in questa sua proprietà; la si
può definire ideale e magica - ciò è vero.
L'intuizione è il luogo in cui l'ideale dall'io
trova la strada verso il non io - l'intuizione non è quindi proprietà dell'io
nè tanto meno del divino.
Sul piano dell'idealmente - un attore lo è già in
modo perfetto - ancor prima di esserlo materialmente. Il luogo dell'intuizione
fa si che quell'idealmente si materializzi in idea materiale; questo passaggio
può anche non avvenire mai. E' lo scoccare della scintilla intuitiva che sposta
l'io da un mondo teatrale che si potrebbe definire magico - l'attore compie
così un atto filosofico o meglio lo materializza - egli è la filosofia.