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mC&C
mCARLO MASSARI
mAnna Cappelli
 
   

di Annibale Ruccello

Ideato, diretto e interpretato da Carlo Massari
Collaborazione alla scrittura fisica: Chiara Taviani
Coordinamento tecnico Francesco Massari

Anna, semplice segretaria dell’ufficio catasto di Latina, nubile, una donna come tante, forse… Il desiderio più grande è possedere: una stanza tutta sua, una casa tutta sua, un amore tutto suo. Se le chiedessero di scegliere tra essere e avere, non avrebbe dubbi. È il possesso a rendere riconoscibile una persona, polverizzando frustrazioni e amarezze. Le ossessioni però comportano un prezzo alto che chiede di essere pagato fino in fondo.
L’oppressione di un’esistenza piccolo-borghese, il rancore che si annida nel quotidiano quando non si può essere davvero se stessi, lo status sociale che conta più dell’essenza sono tensioni che animano questa donna in cui le parole nascondono sempre altro: l’ansia bruciante di identificarsi con ciò che ha, fino all’autodistruzione. Diventa allora naturale che sia un attore a interpretarla. La malattia chiamata avidità avvelena la natura umana in tutti i suoi aspetti e chiunque può cadere nella trappola di essere posseduto, nella più completa alienazione, da quelle che sono solo cose e prendono il posto dell’anima.
Il celebre monologo di Annibale Ruccello, già portato in scena da famose attrici del calibro di Anna Marchesini e Maria Paiato, acquista forza col passare degli anni; io ho deciso, supportato nella scrittura fisica da Chiara Taviani, di affrontare la sfida di interpretare per la prima volta en travesti questo poliedrico personaggio, aggiungendo al carattere e alle parole del drammaturgo, una profonda ricerca del movimento, per creare una figura che  accolga in sé molti lati oscuri.
Anna Cappelli è comica e grottesca allo stesso tempo; una donna apparentemente “come tante” che in sette quadri scivola inesorabilmente verso il baratro della follia, cadendo rovinosamente al suolo e portandosi dietro lo spettatore.
Uno spettacolo volutamente intimo, una pedana a scacchi a pianta centrale, fatto di profonda relazione con il pubblico, che entra letteralmente in casa, spia, è complice,  giudica e ci si ritrova, se ne vergogna…

C&C si identifica come progetto di creazione e sviluppo di un linguaggio artistico in continuo divenire, indirizzato verso un’indagine fisica e drammaturgica, atto a trasmettere e condividere energie e creatività nel modo più diretto, limpido e reale possibile in stretta relazione con le urgenti tematiche sociali contemporanee. Caratterizzata da un lavoro costante e privo di sovrastrutture, C&C si interessa alla profondità delle relazioni interpersonali con l'obiettivo di portare la verità sul palco attraverso un linguaggio profondamente fisico che consenta al pubblico di sentirsi rappresentato all'interno della sua universalità.
La Compagnia, nata nel 2011 dall’incontro artistico tra Carlo Massari e Chiara Taviani, denota fin dagli esordi una vocazione per l’ibridazione tra danza e physical theater con altri codici artistici, e quindi con la parola recitata e cantata, con il cinema, con la musica e con l'arte contemporanea e performativa, perfettamente calzante con l’ecletticità e versatilità dei suoi performer e avvalendosi di preziose collaborazioni con professionisti provenienti da tutta Europa. 
Tra le numerose produzioni che vantano intense tournée in Italia e all’estero, oltre che prestigiosi riconoscimenti internazionali (tra cui Hiver Oclytes/Les Hivernales [FR], International Choreographic Competition Hannover [DE], Zawirowania Competition [PL], Konzert Theater Berne [CH], Machol Shalem Dance Competition [IL], ACT Festival [ES], Premio Roma Danza [IT], CrashTest [IT] ), sono ricorrenti le creazioni che prevedono il coinvolgimento, sia in fase di progettazione che performativa, delle comunità con cui la Compagnia entra in contatto instaurando un dialogo con la collettività in grado di potenziare il progetto artistico rendendolo concreto ed efficace: una ricerca di verità relazionale che caratterizza la poetica di C&C e che si coniuga a una totale apertura immaginifica e a una curiosità creativa capaci di sviluppare l’astratto dal reale e di avvicinare il pubblico all’esperienza teatrale.