Sinossi

Il giovane criminale, Jean Genet, 1948. Un chant d’amour, 1950. Soprattutto quest’ultimo. Uomini necessariamente soli. Lì, nel film, scossi dal desiderio dell’altro. Carnalmente molli, duri, eccitati, prostrati. Il meccanismo si ripete, regolarmente. Desiderio, masturbazione, leggerezza. Sesso, Sudore, Sperma. Siamo appena entrati e già voltiamo loro le spalle. Ci interessa lo scarto tra la condizione iniziale e quella finale. Ecco la figura: è lì, isolata. Descriviamola. Scende le scale. Più che scendere, entra. Il pavimento è lurido, ci sono cose che si muovono. Se il corpo cade, cade per linee oblique. Li seguo. La testa rivolta all’indietro, le mani che toccano il terreno. E’ interessante osservare come la musica li porti in solitudine verso una esaltazione quasi malata, delirante. Non c’è alcun dubbio riguardo la loro identità. Loro stessi sperimentano, in prima persona, l’allucinazione del desiderio; si strofinano il sesso, materializzano il loro stupro, fanno le prove per un’entrata in scena, con tacchi alti e rose rosse. In un sogno che sfugge loro, ogni notte; ed ogni notte si ricompone. Mentre li guardo, seguendo le loro traiettorie, ritrovo la mia testa piegata , una mano alla caviglia. La caduta procede verso il basso: come fosse una perenne risalita.

Come bambini. Il loro sonno è la preparazione al risveglio. In effetti, se potessimo intenderci, il loro meccanismo è più di tipo digitale, che analogico. La loro forma d’onda più a dente di sega che una sinusoide. Loro così scattano, in sequenza. In questo momento non posso fare a meno di vederli plurali, singoli ma organici. Nel senso di organismo. Quello che conta in effetti ora è la cadenza dei risvegli. Un risveglio ad ogni minuto. Dieci risvegli. Se facciamo un rapido conto arriviamo a dieci minuti per questo sonno. Anche se poi già da tempo si sono rialzati. Lo sforzo è evidente. C’è una tensione continua. Passano da uno stato di quiete ad uno chiaramente isterico. La direzione del moto va verso l’esterno ma il vettore delle forze non li asseconda. Sono sul punto di agire, ma è come se stessero fermi. In agguato. La struttura. Rettangoli paralleli e sovrapposti. All’apparenza innocui. E’ la materia a preoccupare. Il metallo nei punti reticolari fa gioco allo sforzo retinico: nel momento in cui la luce diviene radente, la struttura tende verso la figura, accerchiandola.

 

“II ragazzo criminale é colui che ha forzato una porta che conduce a un luogo proibito. Egli vuole che questa porta si apra sul più bel paesaggio del mondo: esige che il carcere che si è guadagnato sia feroce. Che sia degno, insomma, degli sforzi che ha fatto per conquistarlo.”

Crediti

con
Federica Cangini, Caterina Cidda, Eleonora Sedioli, Lorenzo Bazzocchi, Catia Gatelli
scene
Eleonora Sedioli, Lorenzo Bazzocchi, Catia Gatelli
suoni e luci
Lorenzo Bazzocchi
tecnica
Andrea Basti
organizzazione e cura
Catia Gatelli
ideazione e regia
Lorenzo Bazzocchi

produzione
Masque Teatro

Galleria fotografica

foto di

Chiara Sbrana

Sguardi critici

Perdizione e gloria del non-teatro

Franco Cordelli, Corriere della Sera

Video

regia video

Lorenzo Bazzocchi

Calendario

maggio 2005 – RASSEGNA UN ALTRO TEATRO – Teatro Diego Fabbri – Forlì

giugno 2005 – FESTIVAL TEATRI DI NAPOLI – Napoli


luglio 2005 – CRISALIDE FESTIVAL – Ex-Filanda Maiani – Forlì


luglio 2005 – FESTIVAL IN EQUILIBRIO – Castiglioncello


ottobre 2005 – TEATRO VASCELLO – Roma


gennaio 2006 – TEATRI DI VITA – Bologna


novembre 2006 – IPERCORPO – Roma


dicembre 2006 – Convegno internazionale “la Traversée diagonale”, Università Roma TRE – Roma


febbraio 2007 – INTERCITY – Teatro della Limonaia – Sesto Fiorentino


marzo 2007 – ARENA DEL SOLE – Bologna


giugno 2007 – INFANT FESTIVAL – Novi Sad – Serbia


ottobre 2007 – FESTIVAL CULTANIA – Catania


aprile 2009 – NOBODADDY – Teatro Rasi – Ravenna