HOME
 

     


15 dicembre ore 21
Teatro Félix Guattari

SILVIA COSTA
Alla traccia, lode a ciò che è stato rimosso

un progetto di Silvia Costa e Silvia Boschiero
con Laura Pante e Silvia Costa
suoni di Beatrice Goldoni
realizzazione dei costumi Laura Dondoli


Il progetto di residenza di Silvia Costa è articolata in 3 fasi:

- dal 26 giugno al 5 luglio
La prima fase vede un periodo di condivisione del metodo di lavoro, basato sull'esercizio dell'immaginazione.

- dal 10 al 13 ottobre
La seconda fase prevede la scrittura scenica dello spettacolo dal titolo “Nel paese dell'Inverno”, a partire da “I dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese. Lo spettacolo vedrà il suo debutto nel novembre 2019.

- dall’11 al 16 dicembre
Prove sceniche e ricerca coreografica per la realizzazione della performance Alla Traccia, lode a ciò che è stato rimosso, insieme con la danzatrice Laura Pante, la musicista Beatrice Goldoni e la fotografa Silvia Boschiero.

Periodo di residenza
26 -27-28-29-30  giugno, 1-2-3-4-5 luglio, 10-11-12-13 ottobre, 11-12-13-14-15-16 dicembre

___________________________________________________________________________________________________

15 dicembre ore 21
Teatro Félix Guattari

SILVIA COSTA
Alla traccia, lode a ciò che è stato rimosso

Alla Traccia segue A sangue freddo.
Lo segue in senso cronologico ma anche processuale, come proseguimento di una pratica di ricerca che inizia dalla creazione di una composizione statica e bidimensionale, l’immagine fotografica, e da quella si sviluppa nella dinamica di un gesto, nella tridimensionalità del corpo, nel tempo della scena. Si procede dunque all’inverso. Prima di muoversi il corpo si cristallizza, si ferma in un attimo unico, lo scatto, per diventare icona: solo dopo aver preso coscienza della struttura fissa della posa, del suo imprimersi, e restare, anche oltre il momento dell’immobilità dello scatto, il corpo si scioglie, si declina e si rivela nello scorrere aperto della scena. Se in A sangue freddo il cardine della ricerca era legata all’anatomia delle parti separate, alla successione degli strati epidermici, sovrapposti l’uno all’altro, ai primi passi di un movimento originario, in Alla Traccia  la superficie si è chiusa, suturata, e ci spostiamo all’esterno del corpo, verso la composizione di un supporto dove esso possa agire, tracciare, modellare la sua ombra, la sua scia scura di presenza.
C’è alla base un’idea di fabbricazione, quasi artigianale, delle posture del corpo, pezzo dopo pezzo, incastro dopo incastro. Il corpo si sposta solo dove trova sostegno, su un campo dove possa esistere, solo o in relazione ad corpi altri, estranei. Simbolici. Pesanti. Oggetti che a loro volta si imprimono, lasciano tracce, segni, marcature. In essi cerchiamo il lato grafico-meccanico (segno che lasciano attraverso la pressione sulla pelle), e il loro portato mnemonico-metaforico (trauma non rimosso).
Alla traccia vuole essere un omaggio a ciò che marchia, che lascia il segno quando lo si rialza; a ciò che persiste come ombra quando lo si decolloca; a ciò che s’imprime nel tempo e sprofonda per pressione nelle cose.

Silvia Costa diplomata in Arti Visive e del Teatro all'Università IUAV, quest’artista proteiforme esplora il teatro da ogni angolazione, rivelandone aspetti sconosciuti e creando collegamenti con altri campi artistici. Con il compositore Lorenzo Tomio persegue una ricerca artistica in cui la sperimentazione formale va di pari passo con un'indagine sulla natura umana. "Nomade della forma", è autrice e interprete di performance (A sangue freddo), spettacoli teatrali (Quello che di più grande l’uomo ha realizzato sulla terra), e video (Emotional Intelligence). Dal 2012 ha creato numerosi lavori per i bambini. Dal 2006 è collaboratrice artistica nelle produzioni teatrali e operistiche del regista Romeo Castellucci.

Silvia Boschiero è fotografa freelance, diplomata all'Istituto di Fotografia e Arti Visive di Padova nel 2008. Nello stesso anno inizia a lavorare come assistente di Sinisha Nisevic e porta avanti una serie di progetti autonomi tra i quali Arida Templa, Cercando mia madre e Ospedale; altri progetti sono stati pubblicati in riviste come Vice, Kult, Nero, Mousse. Con Silvia Costa condivide da anni un’amicizia e un interesse per l’immagine che le porta a sondare le tematiche di spazio e corpo, architettura e figura femminile, nella forma di un dialogo tra discipline, una performativa e l’altra fotografica.

Laura Pante si forma come artista visiva presso lo IUAV di Venezia, frequentando il corso di laurea triennale e magistrale in Arti Visive e dello spettacolo. Partecipa ad alcune mostre collettive presso la Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia e la galleria Viafarini di Milano con lavori in cui indaga il rapporto fra l’apprendimento motorio e la progettazione artistica. Dal 2010 si riavvicina alla danza e alla performance studiando con Raffaella Giordano, Michele Abbondanda e Antonella Bertoni, Cristina Rizzo, Cinzia De Lorenzi. Dal 2012 inizia il ciclo di formazione in danza sensibile diretto da Claude Coldy.

       
 
 

Progetto Interregionale di Residenze Artistiche realizzato con il contributo di Regione Emilia Romagna e MiBACT.

http://www.residenzeartistiche.it/