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ottobre / dicembre 2022
DEWEY DELL
FABBRICA DELLE CANDELE
sabato 22 ottobre 2022
dalle 15 alle 19
MIMICRY CRYPSIS
workshop
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TEATRO FÉLIX GUATTARI
domenica 23 ottobre 2022
ore 18
HAMLET
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ore 19.30
THEY RISE AND THEY FALL
In collaborazione con E’ BAL palcoscenici per la danza contemporanea
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TEATRO FÉLIX GUATTARI
domenica 13 novembre 2022
ore 18
JÉRÔME BEL
LAURA PANTE
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ore 19.30
in collaborazione con
Praxis scuola di filosofia
ROCCO RONCHI
Di dei, di patrie e di famiglie.
L’incrocio tra mistica e politica nella riflessione filosofica del Novecento
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TEATRO FÉLIX GUATTARI
domenica 4 dicembre 2022
ore 18
ALESSANDRA CRISTIANI
CORPUS DELICTI
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ore 19.30
MANLIO IOFRIDA
(Università di Bologna)
e
OFFICINE FILOSOFICHE di Bologna
Un nuovo sguardo sulla geografia e sulla storia a partire dall’emergenza ecologica |
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FABBRICA DELLE CANDELE
sabato 22 ottobre 2022
dalle 15 alle 19
conduce: Teodora Castellucci
Mimicry è quella forma di mimetismo che alcune specie animali innocue hanno sviluppato per salvarsi dai predatori; consiste nell’imitare, sonoramente o visivamente, nel proprio aspetto esteriore, segnali e forme allarmanti di altri animali pericolosi. Crypsis invece è il termine che indica l’abilità di una specie animale di nascondersi perfettamente mimetizzandosi nell'ambiente, così da risultare invisibile. Da qualche anno la compagnia Dewey Dell porta avanti una ricerca estetica su una danza che risulta appena visibile, perché svolta da qualcuno completamente sommerso dall’ambiente in cui si trova. Il workshop consisterà in una serie di azioni molto pratiche che si concentreranno sul movimento come meccanismo mimetico in un ambiente sonoro preciso. La compagnia aprirà il proprio percorso di ricerca ai partecipanti, così da approfondire e sviscerare alcuni aspetti del proprio lavoro in modo collettivo.
info iscrizioni:
Masque teatro - 393.9707741 - masque@masque.it
quota €10
ai partecipanti al laboratorio è garantito un biglietto ridotto di €5 per lo spettacolo Hamlet
www.deweydell.com
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TEATRO FÉLIX GUATTARI
domenica 23 ottobre 2022
ore 18
Concept: Dewey Dell
Coreografia: Teodora Castellucci
Con: Ivan Björn Ekemark, Dylan Guzowski, Layton Lachman
Musica originale: Demetrio Castellucci
Disegno e realizzazione costumi: Guoda Jaruševičiūte
Direzione tecnica, disegno luci, realizzazione oggetti di scena: Vito Matera
Scena: Transforma
Realizzazione della scena: Ben Clark
Scultura: Matteo Lucca, “Human”, pane con trattamento di consolidamento
Video e grafica: Clio Casadei con Riccardo Gambi
Disegno maschere: Studio A – Thom Roberts “Grey Face” 2019-20; “Red Face” 2019-20
Produzione, assistenza alla coreografia: Agata Castellucci
Gestione e amministrazione del progetto: Raquel Moreira
Documentazione video: Ilaria di Carlo con Ethan Folk e John Nguyen
Progetto finanziato da Hauptstadtkulturfonds (German Cultural Capital Fund)
Coproduzione: Tanzfabrik Berlin (col sostegno di Regierender Bьrgermeister von Berlin Senatskanzlei – Kulturelle Angelegenheiten), Dewey Dell, Triennale Milano Teatro
Essere figli è una caratteristica imprescindibile all’esistenza umana. Nasciamo da altri, da cui ereditiamo un’origine e da cui impariamo a vivere procedendo per modelli imitativi, proprio come alcuni animali. I figli degli esseri umani però, a un certo punto della loro vita, devono liberarsi da ciò che gli altri, esplicitamente o segretamente, avevano in piano per loro. Se questo riscatto non avvenisse, la vita di chi nasce si consumerebbe nell’affanno cieco di dover rientrare in un disegno, invasivo o latente, che non gli è mai appartenuto.
Il personaggio di Amleto di Shakespeare è incastrato in un comando di vendetta che il proprio padre gli ha imposto, ma che lui non riesce a portare a termine fino all’ultima scena della tragedia, quando ormai è troppo tardi. Dall’impossibilità del figlio Amleto ad agire si sviluppa l’idea di questo spettacolo, che vorrebbe tradurre in immagini il difficile processo di individuazione di una persona. La ricerca coreografica di questo lavoro si avvicina molto al concetto di corporeità che accomuna i riti di possessione di tutto il mondo, senza avere l’intenzione di replicare o peggio di imitare nessuna di queste pratiche cultuali. La condizione corporea che si riscontra nelle trance di possessione – in particolare in quelle che prevedono una lacerante separazione tra persona e alterità, piuttosto che un’unione mistica con la divinità – è infatti molto simile a quella mentale di Amleto. Non essere su stessi, uscire da sé, diventare niente e nessuno in modo tale da poter offrire il proprio corpo a qualcun altro – un’alterità che varia a seconda della cultura – che entrerà e cavalcherà il corpo. In questa abnegazione totale si perde temporaneamente la capacità di sentirsi, di decidere e di esserci. L’idea di concepire il corpo come una tunica di pelle (è proprio ciò che significa Habitus, letteralmente ‘modo di essere’, in greco Héxis), riempita o indossata da qualcun altro, è stata una chiave nella creazione di questo lavoro.
www.deweydell.com |
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TEATRO FÉLIX GUATTARI
domenica 23 ottobre 2022
ore 19.30
Regia e montaggio: Dewey Dell
Coreografia: Teodora Castellucci con Agata Castellucci
Musica originale: Demetrio Castellucci
Scena, disegno delle luci e scultura: Vito Matera
Filming: John Nguyen
Un ringraziamento speciale a Sara Angelini
Commissionato da London International Mime Festival per 2022 Five Short Films series London International Mime Festival, Arts Council England National Portfolio Organisation
Una dea da un lontano passato, una magia nera, un’alba… qualsiasi visione potrebbe sorgere nella mente di chi guarda. Questo cortometraggio è stato pensato come un oggetto contemplativo. La forma degli alberi risuona in noi con potenza; condividiamo infatti la stessa struttura nel nostro sistema vascolare, nervoso e linfatico. Forse per questo gli alberi sono in grado di evocare in noi immagini senza tempo. |
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Dewey Dell è una compagnia di danza e performing arts fondata nel 2006 da Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Demetrio Castellucci ed Eugenio Resta. Dal 2020 la compagnia è diretta da Teodora e Agata e ha base tra Berlino e Cesena.
Nel corso degli anni la ricerca sul movimento si è avvicinata molto a tematiche antropologiche, soprattutto inerenti le origini dell’essere umano. La coreografia è costantemente ispirata dalle immagini della storia dell’arte e dai comportamenti del regno animale.
Dal 2006 Dewey Dell ha prodotto i seguenti lavori: “à elle vide” (2007), “KIN KEEN KING“ (2008), “Baldassarre” (2008), “Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti” (2009), “Grave” (2011), “Marzo” (2013), “Trasmissione Verticale” (2016), “Sleep Technique – A Response to the Cave Chauvet Pont d’Arc” (2017), “Deriva Traversa” (2017), il dittico “I Am Within“ & “I Am Without” (2018); presentati nel mondo in contesti quali: Arts House e Melbourne festival in Australia, Rencontres Chorégraphiques e Palais de Tokyo a Parigi, Wesleyan University in Connecticut USA, International Mime Festival al Barbican di Londra, A l’Arme Festival a Berlino, Steirischer Herbst a Graz, BIT Teatergarasjen a Bergen, tra gli altri. La première italiana di “Marzo” è stata presentata alla Biennale Danza di Venezia 2014. Lo spettacolo “Sleep Technique – A Response to the Cave Chauvet Pont d’Arc” (2017) è stato nominato per il Der Faust Theaterpreis in Germania, sotto la categoria ‘coreografia’.
Dewey Dell porta avanti anche altre linee di sperimentazione artistica.
Nel 2011 inizia una ricerca mirata alla creazione di concerti live in cui il movimento dei musicisti produce il suono stesso che essi danzano.
Tali performances musicali hanno avuto luogo in importanti venues e festivals di musica come Arma Save festival a Mosca, Funkhaus Berlin per Arma X, Cabaret Voltaire a Zurigo, Khidi a Tbilisi. La compagnia tiene anche corsi e laboratori per danzatori e performers all’interno di percorsi di formazione più ampi o di corsi universitari.
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TEATRO FÉLIX GUATTARI
domenica 13 novembre 2022
ore 18
concept: Jérôme Bel
di e con: Laura Pante
assistente: Chiara Gallerani
consulenza artistica e direzione esecutiva: Rebecca Lasselin
direttore di produzione: Sandro Grando
con estratti da coreografie di Cristina Rizzo, Xavier LeRoy e Scarlet Yu, Silvia Costa (suono di Lorenzo Tomio)
musiche originali: Guglielmo Bottin, Beatrice Goldoni
una produzione: CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
in collaborazione con: l’Institut français Italia e Fondazione Nuovi Mecenati
Il lavoro di Jérôme Bel è sostenuto da Direction régionale des affaires culturelles d’Ile-de-France,
Ministero della Cultura–Francia
“Nel 2019 - per motivi di sostenibilità ambientale - io e i miei collaboratori abbiamo smesso di prendere l’aereo. Invece che viaggiare, ho iniziato a contemplare nuove pratiche coreografiche, come il riallestimento di due produzioni della compagnia, The Show Must Go On e Gala, con cast e assistenti tutti scelti a livello locale. Desideravo continuare su questa strada e iniziare a scrivere partiture di danza per solisti che fossero di per sé eloquenti, in modo da non dover incontrare direttamente gli interpreti. E poi, mentre stavo creando le partiture, il Coronavirus ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo, con grande rapidità. Questo progetto è diventato allora ancora più urgente e necessario, proprio mentre i teatri di tutto il mondo chiudono, uno dopo l’altro.
Su invito del CSS, ho realizzato un esperimento coreografico con e per la danzatrice Laura Pante.”
Jérôme Bel
www.cssudine.it |
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Jérôme Bel è un coreografo francese e uno dei protagonisti indiscussi della scena internazionale contemporanea. Con le sue prime creazioni (name given by the author, Jérôme Bel, Shirtology...), Jérôme Bel ha iniziato ad applicare principi strutturali alla danza per mettere in primo piano gli elementi primari dello spettacolo teatrale. Il suo interesse si è poi spostato sulla questione del performer come individuo unico e particolare. La serie di ritratti di danzatori (Véronique Doisneau, Cédric Andrieux, Isadora Duncan...) affronta così la danza attraverso la narrazione di chi la pratica. Si è anche spesso interrogato su ciò che il teatro può essere in senso politico (The show must go on, Disabled Theater, Gala…). Nell’offrire il palcoscenico a performer non tradizionali (dilettanti, persone con handicap fisici e mentali, bambini...) ha mostrato una chiara preferenza per la comunità delle differenze, dove il desiderio di danzare prevale sulla coreografia fine a sé stessa, in un processo di emancipazione attraverso l’arte.
Laura Pante è danzatrice e ricercatrice di teorie e pratiche del teatro. Laureata in Arti Visive presso l’Università IUAV di Venezia, da ottobre 2020 è dottoranda nello stesso ateneo. Nel 2019 conclude un periodo di ricerca artistica presso APASS (Advanced Performance and Scenographic Studies) a Bruxelles. Il suo studio si concentra sull’analisi delle relazioni politiche tra pensiero e movimento proprie delle tecniche corporee utilizzate da coreograf* contemporane*. La sua ricerca artistica si attualizza attraverso dispositivi coreografici, progetti performativi, curatoriali, pedagogici e di scrittura in cui sono i saperi del corpo a stimolare nuovi discorsi teorici e a incentivare lo sviluppo di pratiche transdisciplinari. In questi anni è in scena come danzatrice per Jerome Bel, Romeo Castellucci, Cindy Van Acker, Silvia Costa, Compagnia Abbondanza Bertoni, e come performer per le artiste visive Anna Franceschini e Alexis Blake; dal 2012 lavora per il fotografo Dido Fontana. Studia con Cristina Kristal Rizzo, Meg Stuart, Gisèle Vienne, Xavier LeRoy, Yasmine Hugonnet, Raffaella Giordano, Leonardo DeLogu. Nel 2016 ha completato la formazione in Danza Sensibile c, tecnica somatico/osteopatica diretta dal danzatore e pedagogo Claude Coldy, attualmente studia come istruttrice di Hatha Yoga presso la scuola “I vasi comunicanti" diretta dalla danzatrice Francesca Proia.
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TEATRO FÉLIX GUATTARI
domenica 4 dicembre 2022
ore 18
progetto e performance: Alessandra Cristiani
musiche: Gianluca Misiti
luci: Gianni Staropoli
produzione: PinDoc
coproduzione: Teatro Akropolis
in collaborazione con Lios
con il sostegno di MiC, Regione Siciliana
Corpus delicti - da Egon Schiele
I tappa della Trilogia: La questione del corpo e l’arte di E. Schiele, F. Bacon, A. Rodin
Questi corpisegni preludono a qualcosa di attuale, sono l’affacciarsi a un volume materico della presenza, taciuto o muto. Allo sguardo, immediata e viva è l’impressione di ricevere da loro, la spinta di un dietro a volte colmo, pressato sul davanti ad evocare sigilli arcaici e a tratti un dietro largo e calmo che inonda la persona, la perimetra. Corpi posati in un per sempre, oppure sospesi in uno spasmo o trattenuti dal barlume di un’intuizione, mai disarmati. Corpi resi stretti, pieni che gridano un esubero, una via di fuga o di conquista di sè nel porsi smisurato. Presenze ferrose nella carne e nello spirito, dichiaratamente nella fisicità di un prima, di un dopo, nel mentre di uno stato. È necessario far saltare la proporzione aurea, il ricamo rappacificante e lasciare che qualcosa accada impudicamente o che qualcosa sia irriducibilmente. Il corpo e la questione del corpo: materia spirituale, enigma, enormità senza fine. Questo esserne contenuti e al tempo stesso estromessi. Questo disagevole abitarsi perché non se ne riconoscono più gli assi cartesiani, o questa forza dignitosa, banale, sacra, profana di essere solo corpo, emanazione di corpi. Sono questi i tempi per riformulare il senso, accedere agli errori, esorcizzare l’essere umano così come è. Cerco una “dislocazione” che porti un altro sentire, alimenti l’utopia di un nuovo linguaggio corporeo.
www.pindoc.it/it
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Alessandra Cristiani
Performer e danzatrice, dal teatro di marca odiniana approda alla danza attraverso una personale esplorazione del training fisico dell’attore. Riceve il Premio Excelsior come migliore attrice per il corto La foto, regia di Sara Masi, 1997. Dal 1996 indaga il pensiero e la pratica dell’Ankoku Butō. Si laurea in Metodologia e critica dello spettacolo con la tesi sperimentale Masaki Iwana e la tradizione del Butō Bianco. The intensity of nothingness: una metodologia della danza. Crea e dirige con la compagnia Lios la rassegna Internazionale di danza butō Trasform’azioni (2001-2011). Con il progetto La fisica dell’anima. Francesca Stern Woodman vince il sostegno Scenari Indipendenti 2008. Nel 2009 prende parte al Progetto Eliogabalo, residenza coreografica con Akira Kasai sostenuto dal Paji Europe Japan Foundation. Per il biennio 2011-13 è coreografa in residenza presso l’Accademia Filarmonica di Roma inserendosi nel Festival Internazionale della Danza 2013. Nel 2015 è in Giappone come allieva ospite del centro di ricerca Tenshikan del danzatore Akira Kasai. Docenza a contratto presso l’università di Roma Tre sulle tecniche perfomative dell’Ankoku Butō e l’Euritmia steineriana. Lavora nella compagnia Habillé d’eau diretta da Silvia Rampelli. L’ultima produzione della compagnia, Euforia, vince il Premio Ubu 2018 come miglior spettacolo di danza. Nomination Premio Ubu 2018 come miglior attrice o performer per gli spettacoli Clorofilla e Euforia. |
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STAGIONE CORPO:PATHOS 22/23
organizzazione e cura MASQUE TEATRO
direzione artistica: Lorenzo Bazzocchi
organizzazione: Eleonora Sedioli, Jessica Imolesi, Flaminia Pasquini Ferretti
comunicazione: Francesca Mambelli
tecnica: Angelo Generali, Pietro Mazzotti, Francesco Albanese, Lucia Ferrero
foto e video: Elena Liscio
ufficio stampa: PepitaPuntoCom
TEATRO FELIX GUATTARI - via orto del fuoco 3 - Forlì
FABBRICA DELLE CANDELE - Piazzetta Corbizzi 30 - Forlì
biglietto intero - 10 €
studenti ed over 65 - 5 €
iscrizione laboratorio Dewey Dell - 10 €
per i partecipanti al laboratorio è garantito un biglietto ridotto allo spettacolo Hamlet di 5 €
in collaborazione con E' BAL - Palcoscenici per la danza contemporanea
Masque teatro è sostenuto da: MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Romagna Acque Società delle Fonti |
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